Intervista a Fabiola Florio. La tv, la politica e la vita privata.

23 anni compiuti da poco, centrodestra.it l’ha battezzata tra le 50 promesse della politica italiana, mentre il quotidiano Today l’ha inserita nella top 100 dei giovani under 30 più influenti del Paese.

Come ci si sente ad essere una promessa in tutto quello che fai?
Male.
Scherzi a parte, è una bella responsabilità, il fatto che gli altri abbiano delle aspettative nei miei confronti mi riempie di orgoglio ma allo stesso tempo è molto stressante.

Parliamo della tv, come è cominciata la tua carriera?
Inizialmente facevo la giornalista, scrivevo i miei pezzi come freelance e avevo un discreto successo. Credevo fosse quello il mio futuro, poi il giornale per cui lavoravo è fallito. È stato un brutto momento, avevo 20 anni e tanta voglia di fare. Gianluca Mauri, il direttore editoriale Rai, ha pensato di approfittare del mio tempo libero per scommettere su di me.

E poi?
Poi giorno dopo giorno, dopo 12 ore chiusa in studio con la redazione, abbiamo tirato fuori due programmi che mi hanno dato tante soddisfazioni. Quando ho visto la prima puntata in tv ho pianto, un’emozione fortissima vedere nello schermo il frutto delle tue notti insonni.

Come hai conciliato la politica con la televisione ?
È stato complicato e lo è ancora. La politica è uno dei motivi per cui mi sveglio la mattina con la voglia di cambiare il mondo. Non capisco quei ragazzi che dicono “non mi interessa la politica”, non interessarsi di politica è come non interessarsi della vita. Se non la fai, la subisci.

Quando hai cominciato?
Prestissimo, a 13 anni ero nella Giovane Italia, il movimento giovanile del PDL. Poi sono passata al Popolo della Libertà. Berlusconi è stato una guida politica e imprenditoriale per la mia generazione. Poi nel 2014 sono passata a Fratelli D’Italia, dopo aver conosciuto Giorgia Meloni ad una cena. Sono rimasta folgorata dal carisma e dalla sua sincerità, volevo diventare come lei. Mi sono impegnata, ho dato l’anima per il partito e a novembre di quest’anno sono diventata un dirigente. È stata una grande soddisfazione.

Cosa consigli a chi vorrebbe intraprendere il suo stesso percorso?
Non dico che bisogna studiare. Perché io non sono riuscita ancora a laurearmi e sono al secondo anno fuori corso. Ma certamente la preparazione è importante. Leggere molto, guardare la tv, comprendere se stessi e il mondo che ci circonda è fondamentale. Essere ambiziosi e credere in se stessi.

Passando ora alla vita privata…
A casa tutti bene!

Non c’è nessuno in questo momento?
È la domanda che tutti mi fanno insieme a “quando ti laurei?”.
Non è un tabù ma mi infastidisce, credo che non si dovrebbe mai chiedere ad una ragazza. Ho così tanti lati di me esposti al giudizio degli altri che almeno la mia vita sentimentale vorrei tenerla lontano dai riflettori

Hai mai sofferto per amore?
…prossima domanda? Certo. È una fase della vita necessaria. La sofferenza rende liberi, anche se sembra assurdo da pensare. Quando ne esci sei più maturo.

Hai un rimpianto?
Parlare di rimpianti a 23 anni è un po’ esagerato. Rimpiango certamente di essere stata molto turbolenta al liceo, avrei dovuto studiare di più ma sono contenta del mio percorso. Mi ha reso quello che sono.

Progetti per il futuro?
Comprare una casa con un camino basso e un tappeto grande. Costruire qualcosa di importante insomma, non per gli altri ma per me.