Clandestino stupra un bambino disabile di 13 anni. E il giudice libera l’immigrato somalo Abukar Abdikarim.

La decisione del Gip di Reggio Emilia. Per il clandestino della Somalia “reo confesso” dello strupro rilasciato per mancanza di prove ed elementi concreti alle indagini.
Il somalo autore dello stupro ai danni di un ragazzo disabile è però già a piede libero per decisione del Gip. Che ha preferito concedere una misura cautelare molto blanda. Il carcere? Neppure a parlarne. I domiciliari? Nemmeno. Solo l’obbligo di firma,divieto di avvicinamento alla vittima e divieto di espatrio.
Proviamo a fare un passo indietro. Il 21enne proveniente dalla Somalia è un richiedente asilo che viveva a Reggio Emilia poco distante dalla casa della vittima,un 13enne disabile. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori,lo scorso 10 luglio lo straniero avrebbe attirato il ragazzino in una zona isolata per poi violentarlo (come confermato da una visita in ospedale). Il pedofilo avrebbe cercato di convincere il ragazzo a non dire nulla ai genitori,ma una volta tornato a casa il minorenne ha vuotato il sacco. Raccontando la violenza subita. Così: il padre ha chiamato al telefono Abukar Abdikarim che in un primo momento avrebbe negato tutto. Poi si sarebbe presentato a casa insieme al 13enne. “Ti avevo detto di non dire niente”,sarebbe allora scattato il richiedente asilo. Alla fine il somalo avrebbe confessato ed è stato arrestato,anche se di fronte al giudice ha continuato a ripetere che si fosse trattato di un rapporto “consensuale” (anche se la vittima ha solo 13 anni).
“Ho chiesto il carcere visto che non ha domicili idonei. L’arrestato ha ammesso le sue responsabilità dicendo che il ragazzino era consensuale”,ha detto il magistrato. Qualcosa però non è andato come chiesto dal Pm. Il Gip Giovanni Ghini,infatti,ha deciso di scarcerare il somalo a piede libero e di costringerlo solo all’obbligo di firma.
Col fatto che il luogo in cui vive l’accusato è facilmente controllabile. E che inoltre,non esisterebbe pericolo di fuga poiché avrebbe già confessato il suo reato e in quanto richiedente asilo,se facesse qualcosa di arrischiato,come il darsi alla fuga,rischierebbe il rimpatrio”.
Il clandestino viene rilasciato a piede libero in mancanza di prove e elementi sufficienti per l’incriminazione del reato.