Due studenti distruggono l’auto dell’insegnante per darle una lezione

Una professoressa di matematica, che insegna presso la scuola superiore D.A. Azuni a Sassari, al momento di salire nell’auto per tornare a casa, terminato il lavoro, ha trovato una brutta sorpresa: le ruote del veicolo bucate, i vetri rotti e la carrozzeria rigata su tutta la superficie. Dopo aver spiegato al preside della scuola l’accaduto, il preside ha controllato le telecamere del parcheggio dedicato ai docenti, le quali hanno rivelato gli autori di questo reato: due studenti di una quinta della professoressa. Dopo aver convocato i genitori, i due colpevoli hanno ammesso le loro colpe e la professoressa, inizialmente decisa a sporgere denuncia, ha poi accettato di prendere parte ad una mediazione. Durante la mediazione i due studenti hanno giustificato le loro azioni dicendo che l’insegnante li chiamava “asini”, li paragonava agli studenti di un’altra classe, se chiedevano spiegazioni lei li interrogava e metteva un voto molto basso a seconda dello studente e inoltre, cosa più grave secondo loro, si è rifiutata di portarli in gita. La professoressa si è poi difesa ammettendo di avere un metodo di insegnamento forse troppo severo e ha inoltre spiegato la causa per cui non ha potuto accompagnare gli studenti in gita: la madre è stata ricoverata in seguito ad una caduta dalle scale. In seguito gli autori del reato, i quali, all’inizio erano sodisfatti della loro azione considerandola una “lezione” alla docente, dopo essersi pentiti, hanno chiesto perdono all’insegnante e si sono proposti di ripagare tutti i danni procurati al veicolo, di conseguenza la professoressa, dopo aver riflettuto anche sul fatto che i due studenti sono maggiorenni e quindi legalmente perseguibili, ha infine deciso di non sporgere denuncia e accettare l’offerta degli studenti.