Scandalo Grindr:condivise informazioni personali degli utenti

È scoppiata la bufera intorno alla app omosessuale Grindr, dopo che è stato rivelato che la società condivideva informazioni sensibili degli utenti a realtà terze. Dopo lo scandalo che ha coinvolto Facebook e Cambridge Analytica, un’altra piattaforma finisce sotto accusa per aver condiviso alcuni dati personali dei propri utenti con società esterne. Si tratta di Grindr, l’applicazione per incontri omosessuali fondata nel 2009. Secondo quanto riportato da Buzzfeed, la Sintef (associazione di ricerca nonprofit norvegese) avrebbe scoperto che la piattaforma condivide informazioni riservate a terzi come Facebook, Instagram, Apptimize e Localytics. Alcune società di sicurezza informatica e di giustizia si sono però scagliate contro questa strategia perché viola con evidenza la fiducia degli utenti, e porterebbe ad identificare con facilità i membri della community.
Nel dettaglio la faccenda e’ molto grave, milioni di utenti, si sono trovati modificati su Facebook e su Instagram, a loro insaputa e senza potersene accorgere, lo stato relativo il proprio orientamento sessuale violando così la privacy personale legata a ciò che non si voleva condividere sul web, ma non e’ finita qui.
Solo qualche giorno dopo che l’app fosse colpita da questo caso, Grindr finisce ancora sotto accusa, essendo un app legata al numero di cellulare dal quale si collega, Grindr avrebbe avuto accesso a tutti i numeri presenti in rubrica inviando inviti da parte dell’utente inconsapevole, a tutti i contatti creando così non poco imbarazzo nei confronti di familiari, amici o colleghi che sono venuti così a conoscenza dell’orientamento sessuale della persona.
In un primo momento la società alla base dell’app degli incontri fra utenti omosessuali sembrava aver fatto un passo indietro, ma non è servito molto tempo perché ritrattasse su tutto difendendo le proprie pratiche, giustificandole come “normali dato che l’omossessualita’ non e’ piu’ un tabù da nascondere specialmente per chi utilizza la stessa app” e ricordando che “tutti gli utenti al momento dell’iscrizione app acconsentono all’utilizzo dei dati personali e quindi al servizio e all’utilizzo degli stessi”. Dopo questo scandalo e dopo le dichiarazioni di Grindr che confermano l’utilizzo e la violazione di privacy consapevole, Milioni di utenti in tutto il mondo hanno provveduto a cancellare definitivamente l’App poiché se e’ vero che la libertà sessuale alle soglie del 2020 non dovrebbe essere più un problema e’ anche vero che l’outing e’ una scelta personale che non necessariamente deve essere condivisa con tutti.