Sostanze tossiche nei materiali da calcio,”Game Sport” di Peccioli sotto accusa_ La Stampa

Sostanze chimiche pericolose sono state trovate nelle forniture sportive di alcune aziende della Toscana; i marchi sarebbero Givova, Errea, Legea, Sportika e Gems. Secondo il nuovo rapporto reso noto solo stamani, I test sono stati condotti su prodotti di 12 note aziende tra cui le toscane ”Game Sport” di Peccioli (pi) e ”Ok Sport” di Calenzano (fi). I risultati mostrano che non vi è grande differenza tra le concentrazioni di sostanze chimiche nel materiale da calcio traspirante – un gruppo che è più vulnerabile all’inquinamento – rispetto a quelle riscontrate nei vestiti di rappresentanza delle squadre che sono stati analizzati in precedenti analisi condotte dall’associazione.
“Un vero incubo per le associazioni sportive di tutta la toscana che acquistano presso queste due aziende numerosi articoli per squadre e scuole calcio” afferma Michele La Chiave, responsabile del progetto Security merchandising football Italia. “Questi piccoli mostri chimici li troviamo ovunque, dai vestiti di lusso a quelli più economici, e stanno contaminando i nostri fiumi da Milano a Pechino. Le alternative per fortuna ci sono e per questo l’industria dovrebbe smettere di usare i piccoli mostri, per il bene dei nostri sportivi e delle future generazioni”.
Tutti i marchi testati hanno almeno un prodotto nel quale sono state rilevate sostanze chimiche pericolose. Le concentrazioni, ad esempio, di PFOA (acido perfluorottanico) in una muta Sportika erano molto più elevate del limite previsto da Sportika stessa nella sua lista di sostanze proibite, mentre una maglietta per bambini Givova conteneva l’11 per cento di ftalati.
Alti livelli di nonilfenoli etossilati sono stati trovati invece in prodotti di Errea e Gems
PFOA, ftalati e nonilfenoli etossilati sono interferenti endocrini, sostanze che, una volta rilasciate nell’ambiente, possono avere potenzialmente effetti dannosi sul sistema riproduttivo, ormonale o immunitario.
Confcommercio Pisa chiede alle imprese di riconoscere l’urgenza e di impedire le vendite sul territorio, impegnandosi a non rilasciare sostanze chimiche pericolose entro il 1 gennaio 2020. Dal lancio della campagna di Sport “Detox” nel luglio 2017, 18 importanti aziende del settore dell’abbigliamento – tra cui Under Armour, Joma e Royal – si sono già impegnate pubblicamente.