Malta: base per l’evasione fiscale in Europa.

La giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia è stata uccisa da un’autobomba a Malta: è la cronista, 53 anni, che aveva indagato sul coinvolgimento di personalità maltesi nei cosiddetti Panama Papers (MaltaFiles), un’inchiesta internazionale indipendente secondo la quale “lo Stato nel Mediterraneo fa da base pirata per l’evasione fiscale in Ue“.

Galizia, considerata la migliore giornalista d’inchiesta del Paese, aveva inoltre accusato il governo di centrosinistra dell’isola di corruzione ed era stata inserita tra le 28 personalità che stanno agitando l’Europa.

Il premier laburista maltese, Joseph Muscat, che ha sempre respinto ogni accusa della donna nei sui confronti, ha condannato l’episodio parlando di attacco “barbaro” ed igiustificabile contro la persona e la libertà d’opinione. Malta, tra l’altro, ha chiesto all’Fbi di aiutare la polizia locale a indagare sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Lo ha riferito lo stesso Muscat, secondo cui il Bureau ha acconsentito e invierà esperti sull’isola al più presto.

L’ultimo articolo di Galizia è stato pubblicato ieri proprio poco prima dell’attentato sul suo seguitissimo blog Running Commentary, dove si occupava principalmente di casi di corruzione, evidenziando quando coinvolgevano politici locali: “Ci sono criminali ovunque si guardi adesso – ha scritto – la situazione è disperata”. Pochi minuti dopo è avvenuta l’esplosione, potentissima, che ha disseminato i rottami dell’auto della giornalista.

Ricordiamo che il settimanale l’Espresso con un’inchiesta realizzata insieme al consorzio giornalistico Eic (European Investigative Collaborations), dello scorso maggio definiva Malta, il paradiso fiscale degli italiani.

Accanto agli imprenditori che hanno creato o trasferito attività reali, si è mosso anche un esercito di emigranti del fisco. Emigranti di lusso: politici, manager, industriali, finanzieri, gente di spettacolo hanno creato società sull’isola per ridurre al minimo il conto delle tasse, spesso senza aver mai messo piede nel piccolo Stato del Mediterraneo.

L’inchiesta frutto di mesi di lavoro per analizzare l’elenco completo di azionisti e amministratori delle società con base a Malta.

Sono i Malta Files, quasi mezzo milione di nomi, che in alcuni casi ricorrono più volte, di una sessantina di nazionalità diverse.

Tuttavia l’Italia è di gran lunga il Paese straniero più rappresentato nel gigantesco file: quasi 8 mila società maltesi sono controllate da azionisti italiani. Molti di loro non sono mai sbarcati nel piccolo Stato e hanno utilizzato Malta solo per ridurre al minimo il conto delle tasse.

Le tasse a Malta sono molto basse, sia sulle persone fisiche che sulle società maltesi.

A dire il vero, l’aliquota di tassazione dei redditi delle società maltesi non è affatto bassa in quanto si attesta sul 35%, tuttavia Malta rimborsa al socio un ammontare che può arrivare ai sei settimi dell’imposta pagata, determinando in questo modo un prelievo effettivo del 5%.

Insomma, localizzare o aprire una società offshore a Malta è molto conveniente sotto il profilo fiscale e non solo. Infatti Malta offre una burocrazia snella, moderati costi di gestione di un business e la possibilità di utilizzare un’intestazione fiduciaria.

Sono di fatto esentasse anche altre voci del conto economico, come gli interessi incassati sui prestiti o le royalty maturate grazie a brevetti o marchi. Navigano liberi (o quasi) dal Fisco anche gli yacht di ricchi stranieri che li hanno intestati a società maltesi.

Per dare un taglio alle imposte basta quindi trasferire reddito dalla società con base in Italia (dove l’imposta viaggia al 24 per cento) a quella registrata a Malta, che non è inserita nella black list delle nazioni a fiscalità privilegiata.

Anzi, fa parte a tutti gli effetti dell’Unione Europea e nel 2008 ha anche adottato l’euro. Non è un caso allora se le ditte iscritte al registro pubblico crescono al ritmo di 4-5 mila l’anno. E alla fine del 2016 il conto totale aveva superato quota 70 mila.

Ad oggi, molte società potrebbero essere soggette a denunce per frodi fiscali.

BD Business Defence