Marostica, ragazzi “studiavano” in biblioteca ma in realtà bullizzavano disabile

Hanno costretto un loro compagno di studi, disabile, a entrare in un cassonetto della spazzatura. Uno “scherzo orribile”, anzi un “vero e proprio atto di bullismo”, come lo ha definito la mamma del ragazzo.

Il fatto è accaduto nella biblioteca civica Ragazzoni di Marostica, ed ha avuto come protagonisti diversi ragazzi della città. A rendere nota la storia è stata la mamma della vittima con un post su Facebook; ma non ha voluto puntare il dito contro i ragazzi autori dell’atto di bullismo, quanto piuttosto ringraziare il tredicenne che ha difeso suo figlio. “Ci sono ancora ragazzini che non si piegano ai soprusi – ha scritto la mamma -, che denunciano, che chiedono giustizia, che mettono a repentaglio la loro tranquillità per un amico. Quel ragazzo ha dimostrato un coraggio, una correttezza, una forza che quei tre messi insieme non avranno mai”. Agli aggressori ha quindi augurato che possano “crescere”. E al figlio, che sta bene, ha invece fatto notare che ha “tanti amici che ti vogliono bene perché sei tu, non per pietà”.

Il post della mamma è stato condiviso dal sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini che con la donna ha avuto una lunga conversazione telefonica. Poi anche il sindaco ha voluto dire la sua, sempre via Fb. “In quello che è accaduto a O., credetemi, c’è qualcosa di bello e ve lo voglio raccontare, così come la sua mamma lo ha raccontato a me poco fa, quando l’ho sentita per telefono per sapere cosa fosse successo. La cosa bella, su cui mi voglio soffermare, si chiama M. ed è il compagno di O. che ha tentato di difenderlo quando alcuni ragazzi gli hanno buttato la merenda nell’acqua della doccia per poi costringerlo a mangiarla. Il suo intervento – ha scritto il sindaco nel suo post su Facebook – lì per lì non è riuscito a fermare le prese in giro nei confronti di O., ma il fatto che non sia rimasto indifferente di fronte ad un’ingiustizia, che abbia avuto il fegato di farsi avanti, di cercare di convincere i compagni a non prendersela con un amico con meno difese e poi di denunciare tutto all’insegnante è importantissimo”. Questo ancora il pensiero del sindaco: “Il coraggio di M. è una speranza, un seme che deve essere coltivato. Per questo – ha concluso – sarei felice di incontrare sia lui che O., per poter stringere la mano ad entrambi e ringraziarli per averci mostrato con i fatti che il buono e le storie belle ancora esistono e dobbiamo tenerle con noi e farne tesoro”