La catena MD chiude i battenti

Chiusi circa 40 negozi tra MD e LD: cinquecento lavoratori senza più un posto di lavoro e centinaia di clienti che non sanno come entrare in possesso della merce ordinata. Venerdì alle ore 18 è arrivata la comunicazione di fallimento di Dps group, a cui fanno capo una quarantina di punti vendita della catena che commercializza elettrodomestici e apparecchiature elettroniche in tutta italia. I dipendenti – raccontano i sindacati – hanno ricevuto solo un messaggio wahtsapp che avvisava della chiusura del posto di lavoro. Nessuna comunicazione è arrivata alle segreterie delle organizzazioni sindacali nazionali di categoria. E i consumatori, che in alcune città già da tempo avevano avuto la sorpresa di scaffali quasi vuoti, hanno trovato la saracinesca abbassata: molti aspettano di sapere che fine hanno fatto ordini e anticipi e giovani coppie temono per le loro lista di nozze.

La vicenda inizia più di un anno fa: a giugno 2017 Dps adotta lo strumento della cessione di ramo d’azienda per passare 40 punti vendita alla società Vertex.Poi però vertex retrocede i negozi in due momenti, a gennaio (16) e la settimana scorsa (23); restano fuori i punti vendita di Taranto e Mestre. Dps chiede il concordato preventivo e il 25 gennaio il tribunale nomina un commissario giudiziale, Alfredo Haupt. Il 15 marzo viene dichiarato il fallimento e il curatore fallimentare resta Haupt. Vertex da parte sua ha presentato la domanda di concordato preventivo il 9 marzo scorso.

Per i sindacati è una doccia fredda, visto che avevano cercato possibili soluzioni: già nel 2015 erano stati fatti i contratti di solidarietà difensivi con una riduzione media dell’orario di lavoro del 20%.

Ma gli sforzi non si erano rivelati sufficienti: il protrarsi della crisi economica finanziaria e il conseguente stallo dei consumi portano Cds, che al momento aveva in forza 615 lavoratori sull’intero territorio nazionale, a licenziare 163 persone e a chiudere i punti vendita di Milano, Taggia (Im) e Torino. Al momento della cessione a Vertex, i dipendenti ammontavano a 508. Infine, vi sono i negozi Md-LD affiliati o gestiti da privati che hanno avuto l’uso del marchio: alcuni potrebbero subire conseguenze indirette dalla situazione in cui versa Vertex, che in alcuni casi è il fornitore della merce, ma che hanno la capacità di stare sul mercato autonomamente. In crisi, infatti, non è propriamente MD-LD, ma Dps. Alla notizia del fallimento, i sindacati hanno organizzato un sit in a Bari, davanti ad uno dei tre negozi della città chiusi: “In piazza non c’erano solo i lavoratori – riferisce Barbara Negli, segretaria della Filcams Cgil Puglia – anche tanti clienti che dovevano ritirare la merce e non sapevano a chi rivolgersi”. “I dipendenti sono a casa senza una comunicazione ufficiale ed io ho inviato una mail al curatore fallimentare per avere le necessarie spiegazioni”. Oggi i sindacati hanno inviato una richiesta congiunta al ministero dello Sviluppo economico per avere un incontro urgente.

“Siamo molto preoccupati per la situazione di tutto il mercato dell’elettronica e degli elettrodomestici – afferma Ivana Veronese, segretaria nazionale Uiltucs – che subisce la concorrenza del commercio online. Siamo preoccupati per i lavoratori Md-Ld che pagano una gestione aziendale che non ha saputo guardare avanti e che ha cercato di mettere pezze quando era ormai troppo tardi. Purtroppo ora abbiamo molte famiglie che non sanno se avranno un futuro lavorativo e si domandano se il curatore fallimentare riuscirà a vendere i negozi ad altri imprenditori. Per questo chiediamo che la questione sia posta all’attenzione del governo”. “La preoccupazione per il settore c’è da tempo – fa notare Mirko Ceotto, segretario nazionale Fisascat Cisl – perchè la concorrenza dell’e-commerce è sempre più pesante. In particolare ora per i lavoratori di MD-LD chiediamo un tavolo al Mise, dal momento che non sono garantiti gli ammortizzatori sociali in caso di chiusura. Ma anche durante il fallimento, i punti vendita potrebbero essere acquistati da altri imprenditori, in modo da salvaguardare lavoro e sviluppo del territorio”.