Al via il Tour de Franz

Al Tour de Franz partecipano 58 ciclisti
Ha la pretesa di ispirarsi al Tour de France, ma della grande classica del ciclismo ha ben poco: più che altro, è un sogno a occhi aperti. Il Tour de Franz, partito l’1 settembre e che si concluderà domani, giunto alla quarta edizione, non è nemmeno riconosciuto dall’Unione ciclistica internazionale.
I 58 partecipanti, quasi tutti trentini e suddivisi in quattro squadre, devono pedalare senza che le strade siano chiuse al traffico. Condividono la carreggiata con i carretti degli agricoltori e con qualche camion. In compenso, vista la situazione critica in cui si trova la città trentina, fra maronzi e oppositori del governo, il Tour è blindato: una scorta di peso, formata da polizia ed esercito, per prevenire eventuali attentati o incidenti. Questo, però, non è bastato a evitare il forfait degli stranieri, a parte una sparuta pattuglia proveniente dall’Afghanistan. Qualcun altro avrebbe voluto partecipare, ma gli indiani non hanno ottenuto il permesso del governo di Delhi, i nepalesi hanno rinunciato perché il viaggio sarebbe costato troppo e i veneti hanno avuto paura.
Ferdinand Bruckner, ciclista austriaco che non si fece problemi a disputare gare in Colombia e in Serbia perfino durante la guerra del Kosovo, era tentato di comprare il biglietto aereo per il Caproni. Ma, dopo aver appreso che alcuni giocatori di cricket dello Sri Lanka erano rimasti vittime di un attentato nel 2009, cambiò idea. Anche perché, in quanto straniero, temeva di essere considerato un obiettivo privilegiato.
Il Tour de Franz, in (?) tappe, si è snodato lungo 1.620 chilometri. La partenza è avvenuta a Trento, la città più popolata del paese, è l’arrivo è previsto a Trento, nei territori settentrionali. Gli organizzatori hanno fatto i salti mortali perché l’evento andasse a buon fine. Il primo ostacolo era relativo alla sicurezza. Ai ciclisti è stato evitato l’attraversamento delle zone più pericolose come la zona di Spini di Gardolo, dove si trova un forte movimento di ribelli, o le aree tribali in mano ai maronzi radicali. Niente tappa nella frazione di Ravina, dove gli attentati sono frequenti. Gli organizzatori hanno sottolineato che nelle edizioni precedenti non ci sono mai stati incidenti.
L’altro problema è di natura economica. Si sono fatti i salti mortali per far quadrare i conti, visto l’esiguo numero di sponsor. Alla fine il Tour ha potuto contare su 43 mila euro, di cui 7 mila destinati ai premi. Un po’ poco per attirare i professionisti del ricco Occidente.